Argh… le k

Scoprirsi razzisti…

Scoprirsi intolleranti…

Scoprirsi con la voglia violenta di percuotere le persone con una gigantesca K di gommapiuma (Oh… non gli voglio far mica del male 🙂 )

Forse sarà segno che sto invecchiando, e NON accetto il nuovo che avanza, forse sono troppo ancorato agli stilemi passati della lingua che parlo, forse diko frs dovreIniziare a skrivr anke io cm un codice fiscale deambulante… solo che non mi riesce naturale, o meglio utilizzo anche io le abbreviazioni, il x al posto di per, ma solo ed esclusivamente quando mando qualche messaggino, pochi, preferisco parlare di persona, o scrivere come grammatica italiana comanda.

Certamente la lingua italiana si è modificata nel corso del tempo, andando a prendere un desueto vocabolario, ci accorgiamo di quanto la lingua italiana si sia come “asciugata” semplificata, ovviamente il tutto per migliorare la comprensione, e la lingua scritta si sta ancora semplificando, però forse un po’ troppo, forse si sta semplificando anche il pensiero della gente, sto assistendo ad una sorta di analfabetismo di ritorno, dove si leggono relazioni tecniche scandalosamente illeggibili per colpa del relatore che ignora la differenza fra anno e hanno (voce del verbo avere, LORO HANNO), certo l’importante è la sostanza, non la forma dirà qualcuno.

Non sono del tutto d’accordo.

La risposta mia è dipende.

Andreste mai a spengere un incendio nudi come vermi?

Se quello che conta è la sostanza (l’uomo) allora la forma (la veste di protezione), è ininfluente.

Peccato che poi uno finisca arrostito. Con buona pace della sostanza.

Per questo mi sono scoperto razzista, odio visceralmente chi scrive con le K nel contesto sbagliato.
Un errore di scrittura si può tranquillamente accettare, ma non quando l’errore è di grammatica elementare, ci sono cose che devono mantenere la loro forma, per far si che la sostanza sia più apprezzabile. Certo ci sono anche le eccezioni opposte, gioielli di forma, ma sostanza inesistente, guardando un po’ all’ultima trilogia filmica di Guerre Stellari, fotografia stupenda, effetti speciali rivoluzionari, combattimenti fantastici, eppure il tutto alla fine resta vaporoso, ti chiedi, ma cosa ho visto? Che cosa mi ha lasciato questa roba?

Perché a discapito della forma, la sostanza è inesistente, un gran bell’esercizio di tecnica cinematografica, ma non supportato da una storia all’altezza della precedente trilogia, un grande spottone cinematografico sui nuovi merchandising disponibili, piuttosto che una storia raccontata con tutti i crismi…

Quindi sono intollerante, intollerante perché con un livello di appiattimento tale come è possibile che la gente Pensi in maniera appena appena un po’ più elaborata?
La gente che pensa però fa paura. Fa paura a chi ci governa, perché chi pensa dimostra di avere discernimento, di riconoscere il giusto/sbagliato, fa paura a chi dovrebbe fare opposizione, perché anche loro con gli slogan vogliono solamente delle persone da portare in piazza, persone che ci credono VERAMENTE, ed invece vengono regolarmente e bellamente ignorate poi alla resa dei conti.

La gente che pensa fa paura agli imbonitori, ai venditori di fumo, ai pubblicitari, si perché la gente che pensa e lo fa con cognizione di causa, difficilmente si fa abbindolare dall’offerta tutta sberluccicante, o come dall’offerta finto-anticonvenzionale.
La gente che pensa difficilmente potrà ripetere il medesimo errore, perché l’ha già commesso, sa che non lo rifarà più, il solito errore, magari ne farà un altro, e va bene così, perché è così che funziona l’essere una persona pensante, si pensa si agisce si sbaglia, si rimedia all’errore, si capisce perché si è sbagliato, ci si corregge in maniera da non ripetere più il medesimo errore.

Per questo ci vogliono NON pensanti, perché pensare è faticoso, occorre far lavorare il cervello, e quando è disabituato al pensiero complesso, farlo ripartire è duro, quando sei racchiuso in una routine, alzati vai a scuola/lavoro, passa il tempo, torna a casa, esci/sballati/dormi, con ritmi sempre più frenetici, allora è facile essere influenzati, è facile cadere preda delle prime perline luccicanti, che da bravi ingenui accettiamo, bhe… anche i pensanti possono accettare delle perline luccicanti, però non le accettano una seconda volta se si sono accorti di avere sbagliato.

Per questo odio le k o le troppe semplificazioni, perché scrivendo e parlando troppo semplicemente non si fa lavorare il cervello per capire COSA si sta leggendo, ho scoperto un nuovo blog leggendo i commenti al Fatto Quotidiano.

E’ particolare, non è scritto in italiano corretto, non è neanche scritto in maniera kodicefiskale, è piuttosto scritto in un italiano Destrutturato, illogico, FATICOSO da leggere, difficilmente comprensibile, ma forse proprio per questo interessante, perché rendendo difficile la lettura si fa lavorare di più il “muscolo grigio” dentro le nostre teste.

Poi magari ci rendiamo conto che non siamo d’accordo con quello che dice l’autore, o che magari è solo una forma vuota per quanto strana ed affascinante possa sembrare alla prima impressione.

Mi ricorda un po’ il modo di scrivere dei futuristi, potremmo quasi chiamarlo neo-futurismo, ma non so quanto l’autore del blog si sia ispirato al movimento, quindi magari lo chiamerò decostruttivismo letterario… 😛

Però un conto è de-costruire una lingua ben conoscendola, un altro è distruggere una lingua non conoscendola.

 

9 pensieri riguardo “Argh… le k

  1. Visto che non trovo il tuo indirizzo mail te la scrivo qui… ^____^

    —–
    Reductio ad Bella Stellaria
    By
    Netracer

    C’era una volta la “reductio ad Hitlerum”, espressione pseudo latina, che indica una tattica dialettica spesso usata in politica per squalificare un interlocutore paragonandolo a un personaggio malvagio (come Hitler). Quando la reductio ad Hitlerum viene usata in un dibattito pubblico contro il proprio avversario, si tratta quasi sempre di un espediente per distrarre la platea degli ascoltatori dalle argomentazioni alla persona e quindi come tale si tratta di un attacco ad hominem.
    Estensione della reductio ad Hitlerum è la “legge di Godwin” che dice: “Mano a mano che una discussione su usenet si allunga, la probabilità di un paragone riguardante i nazisti o Hitler si avvicina ad 1”.
    Ovviamente in una discussione che si prolunga all’infinito è abbastanza probabile che prima o poi qualcuno possa fare un paragone con i nazisti o Hitler, ma quando questo viene fatto su usenet, la discussione finirà per estinguere ogni altro argomento e di fatto si esaurirà.
    Quindi nel momento in cui finirete per fare un paragone coi i nazisti o Hitler in una discussione su usenet, darete modo ai vostri interlocutori di rispondervi solo sul nazismo o su Hitler evitando di discutere di qualsiasi altro argomento stavate portando avanti.
    Di conseguenza, su internet (non solo su usenet ormai…) usare la reductio ad Hitlerum andrà contro i vostri stessi interessi in quanto la discussione verterà da quel momento in poi solo sulla reductio ad hitlerum e verranno azzerati tutti gli altri argomenti. Darete quindi modo ai vostri interlocutori di evitare di rispondervi e inoltre di rinfacciarvi di aver usato una reductio ad hitlerum e quindi di essere persone con scarse capacità di argomentare.
    Ovviamente la reductio ad hitlerum non riguarda solo Hitler o il nazismo, ma va bene per qualunque dittatore e per qualsiasi visione politica totalitaria.
    Da questo punto di vista anche paragonare qualcuno all’imperatore Palpatine di Star Wars o al più conosciuto Darth Vader è una reductio ad hitlerum.
    Tuttavia Star Wars si presta per molteplici paragoni se si considerano tutti e sei i film della saga.

    Ecco quindi che si può parlare di una “reductio ad Bella Stellaria”.

    In pratica tutto si riduce alla saga di Star Wars. Manco fosse la bibbia. La reductio ad Bella Stellaria è contemporaneamente una teoria del tutto e una reductio ad hitlerum.
    Che non sia solo una reductio ad hitlerum lo ricaviamo dal fatto che si possono usare citazioni o parti della saga per descrivere cose che non hanno nulla a che fare con la politica. Per esempio se volessimo parlare di qualcosa spettacolare da vedere ma di poca sostanza potremmo tirare fuori il paragone con la nuova trilogia. Se volessimo spronare qualcuno ad agire seriamente potremmo sempre usare la famosa frase di Yoda: “Provare no! Fare! O non fare! Non c’è provare.”
    Potremmo perfino usare la saga di Star Wars in senso politico ma questa volta dalla parte del bene, attraverso le innumerevoli citazioni di Yoda, Obi Wan e altri personaggi della saga.
    Star Wars è una saga che ha profondi risvolti politici che non si esauriscono nell’impero galattico.
    La nuova trilogia ci descrive la trasformazione dalla Repubblica all’impero. Ma se noi ci soffermassimo solo sulle machiavelliche manovre del cancelliere Palpatine per diventare imperatore ci sfuggirebbe tutta la critica di fondo al sistema politico che ha permesso l’ascesa del maestro sith al trono. Ci viene descritta una società ingessata in una burocrazia lentissima che impiega moltissimo per prendere delle decisioni e che di fatto è preda di gruppi oligarchici e corporativi. Come dice Qui Gon Jinn “Nulla avviene per caso”. Con un diverso assetto politico, la Repubblica non si sarebbe potuta trasformare in un impero, nonostante gli sforzi di Palpatine.
    La critica politica di fondo della nuova trilogia è che una società troppo burocratizzata, con uno stato troppo pesante e distante dai cittadini è incapace di difendere efficacemente la democrazia da gruppi oligarchici e corporativi. In queste condizioni, c’è sempre il rischio che qualcuno si proponga come “paladino del popolo”, come uomo forte che risolverà le questioni accentrando di fatto il potere su di se, con l’applauso del popolo.
    Da tutto questo si evince che la saga di Star Wars si presta bene per moltissimi paragoni e di fatto i fan di questa saga li fanno in continuazione. Tutto si può ridurre a Star Wars. Da questo punto di vista, anche la reductio ad hitlerum non è altro che un caso particolare della reductio ad Bella Stellaria.

  2. non è un commento ma una comunicazione “interna”
    fai come vuoi, se vuoi pubblicalo.
    Scrivo solo per offrirTi il “luogo” nel quale ho riarticolato i nostri qui scritti
    ( non ho ricopiato il tuo post 9 novembre 2010 at 20:54 perchè non mi sentivo in permesso” e ne ho estratto solo un frammento )

    il link articola il mio quasiprimo scrittinblog
    che tratta di linguaggio….se vuoi, leggilo…
    non c’è un prima e un dopo:
    le risorse si riarticolano e non si getta nulla.
    Strategia del tempo postdiacronico
    e non figlio di novità da vendere a tutti i costi!

    grazie

    http://tradiscritture.wordpress.com/2010/09/28/che-parla-male/

  3. a parte il sorriso amaro
    che mi lascia a riflettere sui miei amari sorrisi…..
    e non importa conoscere il fine, il senso finito,
    basta condividerne il senso amaro
    comunque
    pittogrammi immagini “sono” l’altra faccia del Logos.
    Logos e Morphe…sonni del corpo, lasciato da parte, appartato, espropriato, solo rappresentato.
    Non si tratta di riedizioni, rievoluzioni del corpo anni 60 o 70, libidinale rizomatico…..o del suo avverso:
    corpo come luogo del dominio, Corpo di Pulizia, di polizia,…
    ma del corpo come unica risorsa etica,
    del corpo dei volti, la “Profezia” di Pasolini….
    Solo quando il nostro linguaggio farà esplodere la formalogos e la formimmagine che trattengono il corpo
    (fragtale,..non intero nè geometrotopicamente frattale ), il corpo insidioso “luogo” di sensi,
    solo allora troveremo (non ri-troveremo:troppo rimosso per parlare di ritroveremo)l’istinto che ora manca,
    la Forza che ora manca e potremo trasformare i sogni in bisogni evitando di intossicarci in parole che aspettano di….
    Scrivere oltrelogos ed oltreimmagine codificata di frasi benfatte e previste “significa” tentare l’inesprimibile bisogno dei sensi per sollevarsi come Corpi Civili portatori di Polietica,
    ad istituire un Contratto Civile dopo il seppellito Contratto Sociale del luogo democratico.

    grazie
    appresto

  4. Però un conto è de-costruire una lingua ben conoscendola, un altro è distruggere una lingua non conoscendola. << se fai riferimento ad errori nonvisti di battitura, segnalameli, non fanno che danneggiare inutilmente uno scriversi sincretico.
    Se casca un h davanti ad un anno solare allora è un errore che genera orrore nel con"testo" in decostruirsi.

    Intanto grazie del commento a questo mio sfogo 🙂

    In realtà mi riferivo ai cosiddetti “bimbiminkia” che scrivono come se fossero dei codici fiscali.
    Che prima di scrivere per enigmi… dovrebbero ben conoscere le regole dell’italiano.
    E da li poi si potrà anche ottenere una grammatica nuova.

    Magari però il linguaggio si de-evolverà di nuovo in pittogrammi, scriveremo per immagini… come d’altra parte stiamo facendo su internet con gli emoticon.

    Sto sorridendo, è sinceramente meno efficace di un semplice 🙂
    E finché l’emozione è semplice ed elementare si puo’ ridurre ad emoticon… ma quando è più complessa, che la sintesi di un emoticon non basta.

    Sto sorridendo amaramente pensando al tempo perso cercando di convincere le persone a comprarmi una casa, però a mia insaputa…

    ^_^

  5. Mi sa che un giorno ti scriverò un pezzo via mail sulla “reductio ad stellarum bella” (più o meno credo…) che è una variante della “reductio ad hitlerum”… ^____^

  6. sblog tradiscritture: jedisqrud

    intanto grazie a priori
    ancHe percHè non faccio uso di K ad effetto altr’age
    e quindi almeno per kuesto quì mi sento salvato!

    iniziamo: LEGENDA : << = segnale del risponderti

    Destrutturato…<< "in" decostruirsi, perchè in realtà il "tempo" non accade come anteriore ma interiore allo scriversi e quindi tocca e trama aspetti ( tempi..) genetici non assorbibili dalla parola-frase arresasi in struttura. Questione in dissidio per enne : genesi / struttura.

    illogico……….<<beh quì che primodire:
    Logos non può ancorarsi a pretendere di assorbire ogni senso e fare del dissenso il suo antagonista frontale. "Interiorizzare" il dissidio logico/illogico nella superficie materica dell'iscriversi scrittura accade come inizio….e non è fatto semplicemente "formale"!
    anche qui :
    la forma è sostanza che si forma e non avvolge il contenuto e il contenuto informa la forma del suo non contenersi: parole e riferite cose-da-parole.
    Altro dissidio

    FATICOSO da leggere…..<<e da descrivere, ma può aiutarci a ri-scrivere e a scrivere per di-spiegare non il letto ma il lettore…come andare in-contro o versus i "propri" filtri decodificatori più che in incontro a già previsti oggetti

    difficilmente comprensibile…..<<è solo questione di disarticolare tempi spazi figure del "discorso" e passaroltre il narrativo sintattico…..
    eppoi anche effondersi….non neologismi o illogismi ma translogomorfie

    Poi magari ci rendiamo conto che non siamo d’accordo con quello che dice l’autore, << o con quello che vogliamo e che non "dice" l'autore o che non vogliamo che dica o che dice e poi pare che contraddice….

    o che magari è solo una forma vuota << la forma è sempre vuota! è l'apoteosi dell'ospitalità che si svuota ad accogliere il preteso pieno. La forma così intesa va disarticolata nel suo riempirsi del vuoto aperto agli oggetti. Questa forma va rintracciata nel suo fondarsi …..per renderla così aderente alle cose da non poter essere strappata se non squoiando l'esistere stesso del corpo. Forma come pellecorpo e non come vestito ed habitus mentale. ….coseparole e non parole di cose

    per quanto strana ……. <<imprssioni guidate dall'abitudine al pensiero logico/illogico

    ed affascinante ….<<no questo non mi interessa,
    e non "significa" che scrivere sia privo di godimento, ma osare oltre fascino e sue suggestioni in regime subliminale oppure osceno di propaganda merceoLogica

    possa sembrare alla prima impressione

    decostruttivismo letterario << decostruirsi che accade tra scritture tese in pensare-fare civile radicaletico…altro dalla letteratura.. qui non oltre la letteratura, non ne sono artegiano.

    Però un conto è de-costruire una lingua ben conoscendola, un altro è distruggere una lingua non conoscendola. << se fai riferimento ad errori nonvisti di battitura, segnalameli, non fanno che danneggiare inutilmente uno scriversi sincretico.
    Se casca un h davanti ad un anno solare allora è un errore che genera orrore nel con"testo" in decostruirsi.
    Se invece pensi altro e ad altro , la finestra e la porta e le cantine e soffitte di tradiscritture resta sempre aperta e non ci sarà nessuna censura e nessun filtro….cos'altro dire
    grazie davvero a te
    comunque tu la possa pensare
    non siamo noi fra noi i "nemici" del Sistema d'orrori civili…almeno lo spero

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